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martedì 19 maggio 2015

L’FBI chiude Megavideo e Megaupload

megaupload

Una bruttissima notizia per tutti gli amanti dello streaming. 
Megavideo e il servizio gemello Megaupload, uno dei più grandi siti internet di file-sharing, sono stati chiusi dall’ FBI in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia Americano.
I Fondatori del sito sono stati accusati di aver violato le leggi della pirateria.
Secondo i procuratori federali, l'attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai legittimi detentori del copyright.
La notizia è arrivata un giorno dopo le proteste contro la legge anti-pirateria (SOPA) in discussione al Congresso che, secondo molte internet company tra cui Google e Wikipedia, metterebbe a repentaglio la libertà di espressione online. Ma gli investigatori dichiarano che l’ordine è di 2 settima fa.

I due co-fondatori di Megaupload, Kim Dotcom, precedentemente noto come Kim Schmitz, e Mathias Ortmann sono stati arrestati a Auckland, in Nuova Zelanda, insieme a due altri dipendenti su richiesta dei funzionari statunitensi. Altri 3 imputati risultano ancora in liberta.
I capi d’accusa sono associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d’autore, per una pena di oltre 50 anni di prigione a testa.

In un comunicato pubblicato poco prima della chiusura, Megaupload bollava come ridicole le accuse di violazione del copyright, affermando che "la stragrande maggioranza del traffico generato dal sito è legale. Siamo qui per restare", garantiva Megaupload, aprendo al dialogo con l'industria dell'entertainment che, scrivevano gli autori del messaggio, "vuole avvantaggiarsi della nostra popolarità".

La risposta degli hacker non si è fatta attendere: annunciando su Twitter l'operazione #OpMegaUpload L'attacco di alcuni individui legati ad Anonymous ha reso irraggiungibili i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).